Disturbo Oppositivo Provocatorio: la soluzione non è la punizione

I bambini con un Disturbo del Comportamento presentano difficoltà
a regolare le loro emozioni e a rispettare le regole di convivenza civile.

Sono bambini a forte rischio di insuccesso scolastico se non adeguatamente seguiti.

Il Disturbo Oppositivo Provocatorio (DOP) è un disturbo comportamentale
che è caratterizzato da diversi sintomi tra cui umore arrabbiato, irritabilità e
testardaggine.

È importante che queste difficoltà nella regolazione del
comportamento non vengano inquadrate banalmente come problematiche
legate a mancanze educative da parte dei genitori.

I bambini che presentano i sintomi del DOP sono infatti alunni con bisogni educativi speciali le cui
famiglie vanno aiutate a comprendere e ad affrontare tali bisogni così come
andrebbero supportati gli insegnanti a gestire e prevenire le esplosioni
comportamentali di questi alunni nel contesto scolastico.

A proposito dell’importanza di prestare supporto ai genitori, nel suo
saggio “Punire non serve a nulla” il pedagogista Daniele Novara, citando il
contributo della psicologa Alice Miller ci ricorda che “la profonda
fusionalità psichica tra genitori e figli, di fronte a difficoltà genitoriali,
produce un’operazione psicologica che strappa la pelle dell’infanzia, la priva di tutte le libertà, e la rinchiude in una bolla in cui non si tratta più semplicemente di una questione di punizioni, ma di un vero e proprio
soffocamento che impedisce ai bambini di fare i bambini e li costringe ad
assumere una parte ben diversa da quella prevista per la loro età (…).

Dietro ad un bambino che soffre c’è sempre un genitore che soffre e
viceversa.
Il bambino tende a proteggere il genitore per non tradirlo, ma
contemporaneamente per non perderne la sicurezza, perché è consapevole
che si tratta della persona su cui può contare di più in assoluto, nel bene e
nel male”.
Sempre Daniele Novara ci ricorda che “i comportamenti sbagliati dei
figli scaturiscono da zone d’ombra cioè parti non sufficientemente
conosciute della psicologia dei genitori” pertanto come sostiene Jung la
soluzione potrebbe essere “educare gli educatori” cioè insegnare agli
adulti alcuni principi della vita umana ed esortarli all’impegno per una sorta
di formazione continua su tematiche importanti come le regole, i conflitti, la
funzione genitoriale, il digitale, il cibo, le bugie, la scuola per permettere
loro di acquisire informazioni essenziali sulla crescita dei figli.

PER APPROFONDIRE

D. NOVARA, Punire non serve a nulla, BUR, Milano, 2018