INTEGRAZIONE O INCLUSIONE? Facciamo chiarezza

In questi anni, nel contesto scolastico, si parla sempre più di
integrazione e inclusione: i due termini, spesso usati come sinonimi,
rispecchiano in realtà due concetti profondamente diversi.
Con il primo ci si riferisce ad un processo volto a rendere l’alunno
con disabilità il più possibile in grado di essere parte attiva del gruppo di
cui fa parte. Integrare significa infatti “rendere qualcosa completo, o più
valido, più efficace, aggiungendo ulteriori elementi”.
ma anche “inserire una persona o un gruppo in un ambiente o in un contesto, in modo che ne
diventi parte organica” .
Mario Martinelli in Didattica Speciale ci ricorda che “il principio di
integrazione delle diversità prevede, appunto, che le attività didattiche si
svolgano nei percorsi di istruzione comuni a tutti e consentano a ciascuno di
agire insieme agli altri”.
In Didattica Speciale per l’Integrazione, Dario Ianes, esemplifica utilizzando la bellissima
metafora della bussola, i quattro quattro punti cardinali per garantire
l’integrazione degli alunni in difficoltà:

  • a Nord vi è il riconoscimento delle differenze e la conoscenza dei
    bisogni educativi speciali da parte di tutte le persone che sono in relazione
    con l’alunno, identificazione che si esplica nella diagnosi funzionale;
  • a Est si trova la progettualità individualizzata e aperta alla vita
    adulta in cui si realizzeranno i percorsi più adatti;
  • a Sud c’è l‘efficacia relazionale e cognitiva dell’insegnante;
  • ad Ovest colloca infine la collaborazione tra compagni con la
    quale gli alunni con deficit possono più facilmente trovare il proprio ruolo e
    relazioni di aiuto.

Integrarsi significa quindi “inserirsi in un determinato contesto,
adattandosi ad esso”.
Nell’ottica dell‘inclusione è invece il sistema che deve adattarsi alla
diversità degli alunni modificando il contesto generale, abbattendo le
barriere e rendendo gli aiuti non sempre necessari. L’inclusione implica
infatti il superamento di una concezione educativa basata sul
raggiungimento di presunti standard di adeguatezza.
La scuola dell’inclusione accoglie le diversità e le concepisce come
sua parte essenziale, riconosce e pone al centro dell’attenzione educativa la
differenza del singolo e del gruppo differenziando i modi di fare lezione,
i
materiali e le modalità di lavoro e di comunicazione.

Per approfondire:

Lo Zingarelli, Vocabolario della lingua italiana, Zanichelli, Bologna, 2004
M. MARTINELLI, Didattica speciale, Mondadori, Milano 2015

D.IANES, Didattica speciale per l’integrazione, Erickson, Gardolo (TN), 2005